I PRODOTTI SULLA STRADA DEL KM 0 DELLA CIOCIARIA: FAGIOLO DI ATINA

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La terra non manca mai di meravigliarci. E’ incredibile come anche nelle cose più piccole e povere possa nascondersi un grande tesoro, nella natura come nella vita. Lo so, ha tutta l’aria di una banalità, di una filosofia a buon mercato, eppure, è una di quelle cose che, nella sua ovvietà, si dimentica spesso di apprezzare.
A suscitare simili considerazioni c’è un fagiolo. “Il fagiolo”. Il fagiolo di Atina.
Non avevo idea di quanta storia potesse concentrarsi in un legume.

Ho scoperto che le origini del fagiolo cannellino di Atina si perdono nelle pieghe del tempo. Per secoli ha rappresentato il pane dei poveri, uno dei piatti principali per le popolazioni rurali delle aree interne del Mezzogiorno d’Italia. Pare che sia sempre esistito nel comprensorio di Atina, ma le prime notizie documentate sulla sua coltivazione risalgono al XVII secolo e sono state tratte da una pubblicazione scritta ai tempi di Re Ferdinando II di Borbone.
In epoca contemporanea, nel 2010, al fagiolo cannellino di Atina è stata riconosciuta la denominazione di origine protetta (DOP), pensate che c’è chi ha scritto libri su questo legume, ma, senza scomodare la letteratura, ci sono persone che quotidianamente lavorano con competenza e passione per far arrivare sulle nostre tavole un alimento buono, naturale e nutriente.

In pratica quando mangi il Fagiolo Cannellino di Atina, oltre alla sensazione di gustare un cibo gustoso e sano, si ha anche la percezione di entrare in un puzzle storico.

Ma cosa rende così speciale questo fagiolo?
Le qualità del Fagiolo Cannellino di Atina sono dovute soprattutto al clima e alla specificità del terreno. Definito “focaleto”, si trova lungo le sponde del fiume Melfa, del torrente Mollarino e dei loro affluenti. Il seme, che viene annualmente auto-riprodotto a livello aziendale, è gelosamente custodito.

Le caratteristiche principali del legume sono: il profumo e sapore delicati; la cottura alla prima acqua, grazie alla buccia sottile e morbida, dovuta alla terra in cui cresce la pianta, di tipo alluvionale e ricca di manganese. I fagioli cannellini di Atina sono coltivati e prodotti come un tempo. La semina avviene da fine giugno a metà luglio. La raccolta è eseguita a mano nel periodo che va dalla fine di settembre all’inizio di ottobre e, date le condizioni climatiche della zona, le piante sono aggregate in mazzetti ed essiccate con ventilazione naturale; i mazzetti vengono poi sgranati con il vecchio sistema della battitura manuale ed infine cerniti e conservati in sacchi di tela.

Non resta che assaggiarli! Per questo ci sono le ricette (clicca qui per leggere)

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