CASTAGNA DI TERELLE: PRODOTTO DOC

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Se dovessi associare un frutto ai mesi di ottobre o novembre, sceglierei immediatamente la castagna. Dalle nostre parti può capitare di incontrare persone agli angoli delle strade che preparano caldarroste da infilare nel cartoccio e gustare mentre si passeggia. Ad Alatri si trovano soprattutto per la strada che conduce al cimitero… l’omino delle caldarroste si piazza li, perché durante il mese di novembre le visite sono più frequenti e poi è tradizione fermarsi ad acquistarne un po’. Il fumo e il profumo delle caldarroste in quell’angolo lì è una di quelle cose che diventano certezza nei paesi, se non lo vedi, ti preoccupi, qualcosa sta cambiando, si sta perdendo. A me capita di vedere ‘venditori’ di caldarroste di diverse nazionalità anche alla stazione Termini di Roma e vi restano fino a maggio, con il caldo afoso della capitale, ma quella è un’altra storia, ha un sapore molto meno poetico ed è legato alle conseguenze della globalizzazione.

Comunque, se venite in Ciociaria, senza dubbio, le castagne più buone le trovate a Terelle.  Il paese è famoso sia per la produzione di castagne che per il castagneto secolare. La coltivazione del castagno è presente in questo territorio da tempi antichi, si trovano castagni secolari di oltre 200 anni. La raccolta avviene manualmente dalla metà di settembre alla fine di ottobre e si conclude nel mese di novembre con la Sagra delle castagne. La castagna di Terelle si differenzia in tre ecotipi: la Primutica, grande e di colore marrone chiaro, la Pelosella piccola e di colore marrone cupo ed in fine la Pizzutella di colore rossiccio e di pezzatura piccola. Sono riconosciute come prodotto Doc del Lazio.

Vale la pena assaggiarle.

Lorenza

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