Mousse di ricotta e caffè

Lo chef Mario dell’Ambasciatori Place Hotel riesce molto bene anche nei dolci. Alcuni sono decisamente fuori dalla mia portata. Ma mi ha suggerito un dolce al cucchiaio molto gustoso e a km0: la mousse ricotta e caffè. Lo condivido con voi, è un ottimo dessert e non è molto grasso. Sono certa che potrà fare la sua figura nelle vostre cene.

INGREDIENTI
• 500 gr di ricotta;
• 50 ml di latte;
• 100 gr di zucchero;
• 3 tazzine di caffè;

 

PREPARAZIONE
Lavorare la ricotta con lo zucchero fino ad avere un composto spumoso. Aggiungere poco alla volta il latte, il caffè. Distribuire la mousse in coppette e lasciare riposare in frigo per almeno 4 ore.

E mentre aspetti che raffreddi…
Viene il giorno in cui anche tu cedi al programma televisivo dedicato alla cucina. Hai resistito per stagioni intere. I dati dicono che in tv i format culinari sono in flessione. Non ti piace cucinare e, pur amando mangiare, ti accontenti di ricette buone a sfamarti al limite della sopravvivenza. Eppure, in questo preciso momento storico per la tv e per la tua vita…cedi alla tv dei fornelli. E…d’improvviso capisci perché il tuo sesto senso ti ha sempre tenuto lontano…tutto diventa chiaro, come una specie di epifania! C’è questo chef pluri stellato che si rivolge alla squadra di aspiranti cuochi come il Sergente Maggiore Hartman a Palla di Lardo nel film Full Metal Jacket.

Insulti rabbiosi per impartire ordini severi che a volerli tradurre in gergo ricettese culinario suonano come “insaporire con un pizzico di sale”. Ma evidentemente nella fantasia degli autori televisivi la nonnina che ti suggerisce dolcemente di salare la pietanza non funziona più e allora giù con sfuriate velenose con conseguenti drammoni dei concorrenti… lacrime, nevrosi, isterie. E poi questa specie di “credo dello chef” sempre di sottofondo. Novelli cuochi, armati di mestolo e forchetta, si muovono tra i fuochi come i soldati del film quando recitano il “Credo del fuciliere”, “Questo è il mio fucile. Il mio fucile è il mio migliore amico. È la mia vita. Devo dominarlo…” Sostituite alla parola fucile il termine mestolo e il gioco è fatto!
Ecco vorrei dirvi… state cucinando. Per alcuni è un’arte ma insomma state dosando alcuni ingredienti per creare una certa ricetta. Capisco le esigenze di una narrazione che abbia appeal televisivo ma cerchiamo di essere un po’ seri…no perché è elevato il rischio della presa per i fondelli (e non fornelli badate bene). Per non parlare di quei piatti dalle porzioni micragnose che presentate. Belli a vedersi, per carità, una specie di disegno artistico in piatto ma per capire il sapore devi allenare le papille gustative a porzioni microscopiche, un po’ come quando assaggi una mentina, solo che in quella pallina artistica ci devi sentire Carré d’agnello marinato con Falanghina, aneto e salsa ai lamponi e Porto oppure Filetto affumicato con salsa di zucca, crauto nero, riduzione di chianti e purè di sedano rapa.
Naturalmente nessuno potrebbe mai immaginare di saziarsi. Eppure, alla fine, scopri che stanno preparando un vero pranzo. Un pranzo, comunque, non un’operazione a cuore aperto, non una missione segreta militare, neanche un mega ricevimento per il presidente degli Stati Uniti che incontra la regina Elisabetta e il presidente russo. No, si sta preparando un pranzo per gente ben consapevole del gioco tv. Non posso fare a meno di pensare allo chef dell’Ambasciatori Place Hotel. Con i suoi aiutanti anche lui a volte ha numeri da chef pluri stellato ma almeno serve porzioni a dimensione uomo.
E il secondo pensiero è per le donne ciociare di un tempo! Cari concorrenti aspiranti chef, vi batterebbero ad occhi chiusi e con una mano sola.

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